Nonostante il bullismo sia spesso sulle prime pagine dei media, non esiste in Italia un reato che lo punisca.
Piu' precisamente, alla condotta del bullo verranno ricondotte una serie di reati quali possono essere diffamazione, violenza privata, lesioni, fino allo stalking.
Un comportamento, dunque, che spesso viene sminuito quale bravata puo', in realta', avere conseguenze ben piu' gravi.
La giurisprudenza sta compiendo passi da gigante per colmare il vuoto normativo, dettando dunque regole piuttosto severe nel contrasto al bullismo.
Recentemente, infatti, la Cassazione ha stabilito che, anche qualora intervenga nel procedimento penale minorile il perdono giudiziale, il provvedimento che lo dispone accerta comunque la dinamica e la veridicita' dei fatti.
Esso, pertanto, ben potra' fondare una richiesta di risarcimento in sede civile.
Per l'appunto, la Corte di Cassazione (sent. n. 4152 del 23.02.2019) ha riconosciuto la responsabilita' dei genitori per non aver educato in maniera adeguata al rispetto del prossimo il figlio minore.
Nel caso di specie, l'adolescente aveva ottenuto il perdono giudiziale in sede penale, ma cio' non aveva evitato ai genitori una condanna al risarcimento del danno in sede civile.
Il presupposto normativo e' l'art 2048 codice civile, che prevede una responsbilita' dei genitori per i figli minori in custodia, salvo che provino di non aver potuto evitare il fatto.
La Cassazione ha dunque argomentato che se si fosse impartita una educazione adeguata al rispetto del prossimo i genitori avrebbero potuto provare di aver tentato di evitare iil comportamento illecito del figlio minore.
Non avendo, pero' fornito una simile prova, sono stati condannati al risarcimento del danno.
Una pronuncia importante, un segnale forte anche per chi minimizza comportamenti deplorevoli riconducendoli a ragazzate.
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