Può capitare di invaghirsi di un soggetto che non corrisponda o, invece, di essere destinatari di un corteggiamento non gradito.
Se ciò rimane nei limiti del tolleraile, nulla da dire.
Ma può capitare che vengano superati i limiti della normale sopportazione e che, dunque, un corteggiamento ossessivo e petulante possa arrecare danno e disagio al destinatario.
Sul punto, si è espressa recentemente la Corte di Cassazione con la sentenza n. 7993 del 01 marzo 2021 riconoscendo una valenza penale a dette condotte.
Nello specifico, la Suprema Corte ha ritenuto ravvisabile il reato di molestie ad un corteggiamento ossessivo e petulante, volto ad instaurare un rapporto comunicativo e confidenziale con la vittima, manifestamente a ciò contraria, realizzato mediante una condotta di fastidiosa, pressante e diffusa reiterazione di sequenze di saluto e contatto, invasive dell'altrui sfera privata, con intromissione continua, effettiva e sgradita nella vita della persona offesa e lesione della sua sfera di libertà.
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