
Siamo sinceri: chiunque abbia un social network negli ultimi anni è stato raggiunto da decine di richieste di amicizia, spesso di persone pressochè sconosciute, che proponevano programmi dimagranti.
Post spesso simili, volti a proporre diete ed integratori per promuovere uno stile di vita sano.
Il primo pensiero a leggere post di persone che, si sa, svolgono professioni ben distanti da quello di nutrizionista, medico o biologo, è come sia possibile che sia legittimo proporre diete e sostanze.
Ebbene, vi interesserà sapere che per la Cassazione è tutt'altro che legittimo: alcuni anni fa, infatti, la Suprema Corte è intervenuta con una sentenza piuttosto importante che ha delimitato in maniera molto precisa quali sono i soggetti competenti a redigere ed assegnare diete personalizzate (Cass. Pen. Sez. VI n. 20281 del 30.03.2017).
Nello specifico, la Suprema Corte si era trovata a decidere sul caso di diete prescritte da personal trainer e allenatori: ha pertanto sancito e ribadito che diete e schede di alimentazione personalizzata possano essere assegnate solo ed esclusivamente da coloro che sono in possesso di un titolo abilitativo di dietista o biologo.
Chi non abbia detta qualifica specifica commette il reato previsto e punito dall'art. 348 c.p. di esercizio abusivo della professione.
A titolo esemplificativo, la Corte ricorda che commettono detto reato i soggetti che prescrivono una dieta e sono naturopati, estetisti, fisioterapisti, laureati in scienze motorie, consulenti e venditori di prodotti o integratori per dimagrire.
Nell'elenco sono stati inseriti anche i farmacisti, a seguito di un parere reso dal Ministero della Salute nel 2009: possono consigliare integratori, ma non prescivere diete.
Aldilà degli scandali portati alla ribalta per la gestione economica di questi prodotti, è importante sapere che chi li commercializza, proponendo altresì diete, non solo espone i suoi "clienti" a pericoli, ma viola la legge e commette un reato.
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