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IL BULLISMO INTEGRA IL REATO DI VIOLENZA PRIVATA


In una recente sentenza, la Suprema Corte è tornata sulla rilevanza penale degli atti di bullismo.

Ricordiamo, infatti, come a tutt'oggi non esista nel nostro ordinamento una norma che preveda il bullismo quale reato e lo sanzioni.

E, dunque, è compito della giurisprudenza muoversi in tal senso.

Con la pronuncia n. 163 del 05.01.2021, la Cassazione penale ha riconosciuto negli atti di bullismo ilr eato di violenza privata.

Specificatamente, la Corte si è trovata ad esaminare il caso di uno studente costretto a subire comportamenti minacciosi e violenti, consistenti in spintoni e sputi, simulazioni sul suo corpo atti sessuali, appropriazioni indebite del materiale scolastico della vittima.

Tuttavia, ravvisa la corte, detti comportamenti non integrerebbero il "pati" a cui la persona offesa è costretta e necessario per l'integrazione del reato di violenza privata.

Invero, rileva la Corte, gli stessi concretizzano il reato in quanto dette condotte sono dirette a costringere la vittima ad un “pati” che costituisce l’evento ulteriore rispetto alle suddette violenze, vale a dire la costrizione della vittima a fare, tollerare od omettere qualcosa, integrante il reato di violenza privata di cui all’art. 610 c.p.

 
 
 

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