Da ormai dieci anni,
nonostante ripetute assicurazioni, l'economia mondiale vive sotto scacco della crisi. Tra le conseguenze più immediate e, sicuramente, più difficilmente gestibili, troviamo i debiti contratti con istituti bancari. Chi frequenta le aule di giustizia avrà sicuramente notato un preoccupante incremento di cause aventi ad oggetto il recupero del credito da parte delle banche. Per evitare di subire una procedura esecutiva da parte della banca occorre seguire alcuni accorgimenti. Una via d'uscita, infatti, è quella di concludere un piano di rientro. Si tratta di un accordo che consente al debitore di negziare il proprio debito con la banca e, quindi, di scongiurare un'azione esecutiva. Ovviamente, per evitare di peggiorare una situazione già precaria, consigliamo di avvalersi della competenza di un professionista. Egli, infatti, dovrà e potrà verificare, in primis, se le richieste della banca siano legittime e, nel caso, contestarle. Vediamo dunque, nella pratica in cosa consiste. Attraverso il piano di rientro le parti concordano numero ed ammontare di rate tramite le quali il debitore potrà adempiere e la banca vedere soddisfatto il proprio credito. Dovrà dunque essere una previsione che oggettivamente il debitore sia in grado di onorare. Tuttavia, prima ancora di proporre un piano di rientro, è bene che il debitore, affidatosi ad un esperto del settore, verifichi che la banca abbia seguito tutti gli opportuni passaggi. Ed infatti, il piano è una conseguenza che risolve la revoca del fido effettuata dalla banca. Perchè detta revoca sia legale, tuttavia, la banca deve aver provveduto, almeno 15 giorni prima della sua operatività, alla notifica del provvedimento di revoca. Qualora questo adempimento manchi, o sia effettuato fuori termine, potrà essere motivo di contestazione. In quest'arco di tempo, il debitore deve organizzarsi per la restituzione del quatum: qualora ciò non avvenga, la banca potrà procedere alla segnalazione alla Centrale Rischi e all'azione esecutiva. E' dunque in questo momento che si insinua l'ipotesi di proposizione di un piano di rientro alla banca, purchè sia oggettivamente onorabile.
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