Moralmente, la risposta a questo quesito apparirebbe semplice. O forse no.
Sicurament,e in dottrina e giurisprudenza ha dato vita ad uno dei dibattiti più accesi degli ultimi anni.
Ci si è chiesti, infatti, se il reato di cui all'art. 572 c.p. possa concorrere con il reato di cui all'art. 609 bis c.p., in particolar modo per i casi in cui l'imposizione dei rapporti avviene in maniera sistematica e periodica.
La soluzione del quesito è di particolare importanza, soprattutto in riferimento alla quantificazione della pena.
Un primo orientamento della giurisprudenza riteneva che, in contesti famigliari, il reato di violenza sessuale venisse assorbito da quello di maltrattamenti.
Recentemente, tuttavia, la giurisprudenza si è allineata su un'interpretazione ben diversa (Cass. Pen. Sez III del 14 dicembre 2020, n. 35700).
Da ultimo, infatti, la Suprema Corte ha ritenuto che, anche nei casi di convivenza o, comunque, in un contesto famigliare, debbano essere ravvisati due reati ben distinti e prevedere una pena ben più grave.
A ben vedere, è un'interpretazione ben più corretta, anche considerata l'abitualità delle condotte di cui all'art. 609 bis c.p.
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