Da quando siamo attivi ci siamo occupati frequentemente del tema degli insulti sui social. Questo perche', da fruitori in prima persona, ci siamo resi conto che molti utenti si sentono in liberta' di usare le espressioni piu' disparate, raggiungendo livelli di offesa inimagginabili, senza pero' pensare che cio' che scrivono e' e rimane sotto agli occhi di tutti. Ed ecco, dunque, che ci troviamo in completo disaccordo con la decisione della Procura di Roma di chiedere l-archiviazione per una denuncia per diffamazione, ritenendo che un linguaggio offensivo sia mero sfogo dell'utente. A parer nostro, nulla di piu' deleterio. Ma andiamo con ordine. Fino ad oggi, la giurisprudenza era concorde nel configurare nell'insulto lasciato quale commento sulla bacheca social il reato di diffamazione aggravato dal mezzo della pubblicita'. Il ragionamento era piuttosto semplice e, a parere di chi scrive, perfettamente condivisibile. La diffamazione si realizza con l'offesa all'onore ed al decoro fatta in assenza del diretto destinatario. Nel caso di internet, si e' riconosciuta l'aggravante del mezzo della pubblicita' e non della stampa poiche', in astratto, un commento postato puo' raggiungere un numero indefinito di utenti e, quindi, la sua risonanza diffamatoria puo' essere ampliata a dismisura. Attraverso le condanne si ribadiva il concetto per cui un social network non e' una zona franca, un far west in cui comanda chi la spara piu' grossa. Qualche giorno fa, tuttavia, la Procura di Roma ha scelto un interessante revirement, chiedendo l'archiviazione per un procedimento scaturito a seguito di una denuncia per insulti sui social. La motivazione, si legge nella richiesta, risiederebbe nella diversa stratificazione sociale degli utenti che popolano il web, con una diversa percezione del disvalore dell'insulto e una diversa frustrazione. Una spiegazione che ha, a parere dello scrivente, dell'incredibile e vuole normalizzare e giustificare una brutalizzazione della societa' che non puo' e non deve, mai, essere giustificata. Confidiamo che rimanga un caso isolato.
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