La settimana scorsa abbiamo parlato di coloro che prescrivono diete senza avere una specifica abilitazione: visto il successo dell'argomento, ho pensato di replicare, parlando oggi di chi propone trattamenti estetici casalinghi.
Manicure, cerette, massaggi: sono veramente molti i trattamenti che vengono proposti, spesso sui gruppi social.
Ma cosa si rischia?
L'attività dell'estetista è regolata dalla legge 4 gennaio 1990 n.1.
Chiariamo subito che, per lo Stato italiano, l'estetista non è una professione, ma un mestiere: è un'artigiana, e questa definizione non le consente tutele adeguate.
Attualmente, dunque, non è applicabile l'art. 348 c.p.
Non esiste, infatti, una legge che vieti di esercitare il mestiere artigiano in casa.
Tuttavia, non significa che sia in regola.
Chi lavora in casa, spesso, non esiste per il fisco, per INPS e INAIL: ma ciò che dovrebbe ancor più far riflettere è che spesso non ha le specifiche abilitazioni, ma si improvvisa, e non applica alcun protocollo igienico sanitario.
Nel corso degli anni, sono stati numerose le proposte di legge che hanno tentato di riformare il quadro della L. 1/1990, ormai obsoleta e inadatta a contrastare il fenomeno delle estetiste abusive.
Chi pratica trattamenti estetici fuori da un centro preposto e senza autorizzazioni, infatti, froda lo Stato ma pone anche in pericolo la salute dei propri clienti.
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