Almeno uno di noi ha sentito, negli ultimi mesi, le più svariate teorie complottiste e negazioniste riguardo l'attuale pandemia (in realtà, il complottismo è un fenomeno singolare che riguarda un sacco di campi, ma oggi parleremo solo del Covid 19).
Talvolta, dette affermazioni avvengono da soggetti più o meno autorevoli, le cui parole impressionano molte persone.
Un interessante studio pubblicato su Giurisprudenza Penale si interroga sulla rilevanza penale di simile dichiarazioni e divulgazioni.
Lo studio prende in esame l'ipotesi di quei soggetti che invitano a non osservare le disposizioni di sicurezza (mascherine, distanziamento) o a contravvenire ai vari DPCM e conclude che questi potrebbero ben essere indagati per il reato di istigazione a delinquere del delitto di pandemia colposa o dolosa.
L'art. 414 c.p. (istigazione a delinquere) è posta infatti a tutela dell'ordine pubblico, inteso come buon andamento dell'assetto e della vita sociale e certamente chi esorta a disobbedire e a tenere comportamenti sconsiderati pone in pericolo detto assetto.
Più volte, inoltre, è stato paventata l'integrazione dei reati di epidemia ed epidemia colposa a carico di soggetti che deliberatamente infrangano le disposizioni relative all'emergenza sanitaria.
Benchè la prova a carico, in questi casi, non sia particolarmente agevole, sarebbe sbagliato far passare il messaggio che questi comportamenti irresponsabili siano totalmente esenti da conseguenze: un esempio plausibile potrebbe essere il monitoraggio dell'andamento dei contagi nelle zone frequentate da un negazionista identificato.
Certo è che simili comportamenti rischiano di creare danni ben peggiori a quelli di un'epidemia.
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