Da ormai una settimana, quasi la totalità delle attività produttive ha chiuso.
Abbassare la sarracinesca, in estrema sostanza, significa, tra le altre cose, cassa vuota ma non fa venire meno i propri obblighi verso i fornitori.
Fornitori che, a loro volta, si trovano in difficoltà.
Un circolo vizioso che sembra non avere fine e, soprattutto, preannuncia scenari inquietanti.
Ma come comportarsi, dunque, di fronte all'assoluta impossibilità di far fronte ai pagamenti?
Chiariamo subito un punto importante: come da costante giurisprudenza, la difficoltà economica del debitore NON integra un'ipotesi di impossibilità sopravvenuta.
Dunque, diversamente da quanto sta circolando in rete in questi giorni, il provvedimento assunto dal Governo NON è invocabile quale causa di impossibilità sopravvenutaa.
Che fare, dunque?
La soluzione migliore appare quella di una trattativa con il proprio creditore per dilazionare il pagamento e, magari, sospenderlo fino alla ripresa dell'attività.
Nel campo della trattativa negoziale, fermi restando i limiti di legge, le parti hanno ampia libertà di accordarsi.
Tuttavia è bene avere a mente che il pagamento non potrà essere in alcun modo essere cancellato in virtù dell'impossibilità sopravvenuta.
Il mancato pagamento, infatti, consentirà in ogni caso al creditore di procedere giudizialmente al recupero del credito.
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