Gli atti persecutori e i maltrattamenti in famiglia sono reati che si connotano per il verificarsi di uno stato di minorata difesa della vittima, da cui l'agente trae forza per le proprie condotte.
A lungo, dunque, la giurisprudenza e' stata concorde nel riconoscere, quale elemento costitutivo del reato (in particolar modo per quello di maltrattamenti), uno stato di suddittanza e sopraffazione provato tra agente e persona offesa.
La prova di una simile relazione e' stata, infatti, spesso, dirimente nel riconoscimento dell'integrazione del reato di maltrattamenti.
E, dunque, a lungo (ex pluribus, Cass. Pen. 12065/2015), la giurisprudenza ha escluso la configurazione di questi reati qualora fosse provata la reciprocita' delle condotte.
Negli ultimi mesi, iinvece, abbiamo assistito ad una inversione dell'interpretazione da parte della Suprema Corte.
Ed infatti, gia' a maggio, (Cass. Pen. 199922/2019 del 09.05.2019) la Corte di Cassazione ha effettuato un deciso cambio di interpretazione, riconoscendo invero che in "tema di maltrattamenti in famiglia, lo stato di inferiorità psicologica della vittima non deve necessariamente tradursi in una situazione di suo completo abbattimento, potendo consistere anche in un avvilimento generale conseguente alle vessazioni patite, senza che sporadiche reazioni vitali ed aggressive da parte della stessa possano escluderne lo stato di soggezione, a fronte di soprusi abituali".
Dunque, si e' data dignita' ad una situazione spesso ignorata, riconoscendo che la sopraffazioe non debba essere totale ed assoluta per il configuramento del reato.
Similarmente, si e' pronunciata poco tempo fa anche a proposito del reato di atti persecutori.
Con la sentenza n. 2726/2020, infatti, la Corte ha ricordato come, nel caso dello stalking, la reciprocita' provata delle condotte non escluda automaticamente il reato di cui all'art. 612 bis c.p. ma, caso mai, imponga al Giudice un controllo piu' serrato nella sussistenza dei requisiti oggettirichiesti dalla norma per la configurazione della fattispecie delittuosa.
Sicuramente, un passo avanti molto importante per la tutela delle vittime.
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